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Mt. 1892

Rifugio Coca

All’interno del rifugio Coca si trovano un bar e due sale ristorante per un totale di 90 coperti, dove è possibile degustare piatti tipici come selvaggina, brasati ed arrosti, ravioli fatti in casa, pizzoccheri, risotto ai funghi e squisiti taglieri di affettati e formaggi.

Il rifugio è dotato di otto camere, dalle più piccole da quattro, alla più grande da diciotto, per un totale di 70 posti letto. Tutte le camere sono dotate di cuscini, coperte e materasso: è obbligatorio l’uso del sacco lenzuolo (come da regolamento CAI), acquistabile anche presso il rifugio al costo di 3 euro.

Il rifugio è inoltre dotato di quattro servizi igienici, due al piano terra con doccia e due al piano delle camere.

Il locale invernale con dieci posti letto è aperto anche durante il periodo di chiusura del rifugio, ma sprovvisto di energia elettrica e riscaldamento.

Si organizzano feste.
Galleria fotografica
Servizi
Posti Letto: 70 Posti Pranzo: 90 Posti Tavola Esterni: 15 Posti Locale Invernale: 10 Sconti Cai Sconti Per Gruppi E Famiglie Prezzo Mezza Pensione: da 38 €€ a 48 €
  • Solo a Piedi
  • Internet
  • Copertura GSM
  • Vendita Sacco Lenzuolo
  • Giochi per Bambini
  • Palestra per Arrampicata
  • Acqua Calda
  • Luce
  • Doccia
  • Prodotti Tipici
  • Selezione vini in Bottiglia
Ascensioni
3:30 ORE
1150mt
Difficile
PIZZO COCA
Dal lago di Coca,seguendo la segnaletica scritta su di un masso per la bocchetta del Camoscio, si incomincia a risalire il breve ghiaioncello, che conduce davanti ad una spalla rocciosa, che va superata usando le mani e cercando il passaggio migliore; una volta superata detta spalla, ci si incammina sul sentiero ben segnato, che inizia a risalire il costone erboso diretto alla già evidente bocchetta del Polledrino (con la colonnina del telesoccorso). Dopo circa 1.30h dal laghetto, si raggiunge la colorata colonnina del soccorso alpino, nei pressi della bocchetta del Polledrino, a circa 2670m, da cui si può scorgere il rif. Coca. Ora, in vista della larga bocchetta del Camoscio,si procede nell’ ampia e spesso innevata conca, che si risale completamente, fino a pervenire alla bocchetta, 2719m. Da qui, si dipartono due sentieri: uno scende il canale di Valmorta fino al lago omonimo e al rif. Curò, l’ altro continua, segnato con bolli rossi, verso la cuspide del pizzo Coca. Si attacca subito il canalino roccioso(I grado dipende dal periodo) e dopo averlo superato, si giunge fino ad un breve pendio di sfasciumi, da cui, ancora una volta si dipartono due sentieri; nonostante entrambi portino in vetta, per gli escursionisti meno esperti, è consigliabile imboccare il largo canale di sinistra(per chi sale), che più facilmente continua lungo la cresta sud-est(passaggio, delicato con neve, su una specie di paretina a placche di I°+ nei pressi di un altro canale innevato proveniente dalla Valmorta), ben segnato fino in vetta(pizzo di Coca, mt 3050; croce in ferro e libro di vetta). Dopo l'uscita del primo canalino sopra la bocchetta è possibile, invece che prendere il largo canale di sinistra, tenersi a destra e traversare seguendo alcuni bolli, trovandosi così ai piedi di un camino verticale. Risalitolo (II grado-attenzione alla roccia mobile in uscita), ci si ricongiunge al sentiero canonico (Variante indicata su un sasso come "difficile").
Tempi: Passo Coca: ore 2.10 dal rifugio - Pizzo Coca: ore 3.20 dal rifugio.
4:00 ORE
1100mt
Estremamente Difficile
PIZZO POROLA

Fino alla rampa finale sotto il passo di Coca seguire l'itinerario relativo; a circa 80 metri dal passo prendere a sinistra un evidente canale di rocce rotte e sfasciumi da rislaire interamente fino alla sua sommità, suprando facili passaggi su rocce (I/I+ grado max-attenzione solo ai molti sassi mobili).
Fuori dal canalino si è sulla cresta del Porola, da seguire con percorso facile ma aereo per un buon tratto (direzione Ovest), sino a superare una placca liscia spiovente verso Nord, tramite una facile stretta cengia orizzontale; oltre questo passaggio si è al colle alla base della spalla finale. Seguendo le tracce di sentiero e gli omini si taglia a destra per poi risalire una canaletto sfasciumato e ripido ma camminabile, interamente (omini segnalatori, attenzione a non spostarsi troppo a destra), fino a raggiungere una strettissima forcella appena a monte della bocchetta Settentrionale di Porola (che separa il Porola da Cima Lupo). Prendere a sinistra per tracce e omini e con attenzione risalire l'ultimo pendio di rocce/ghiaie/neve (attenzione, possono esser necessari i ramponi fino a metà estate a seconda dell'innevamento) che porta alla crestina finale e alla vetta stretta e molto panoramica.
Difficoltà: EE/F (ad inizio stagione e fino a Luglio/Agosto necessari i ramponi).    

4:00 ORE
1000mt
Estremamente Difficile
DENTE DI COCA
Dal passo di Coca,con bella vista sul bacino del Lupo, si attaccano le roccette di cresta a destra, per tracce, e si risalgono con facile arrampicata; dopo poco, la cresta si spiana abbastanza, permettendo di guadagnare quota con percorso più agevole, e portando in breve sotto Punta Isabella. Tralasciandone la salita si seguono le tracce leggere che traversano gli sfasciumi del versante Ovest di detta spalla prima in piano, poi, in leggera risalita, si riprende la cresta, più esposta, oramai quasi sotto l'arcigno e cupo torrione del Dente. Proseguendo per cresta piana e facile (attenzione solo all'esposizione costante e non indifferente) si toccano alcuni denti rocciosi, che si superano agevolmente, pur con qulache attenzione, sul versante di Coca (Arigna è quasi impraticabile). In breve si toccano le prime roccette dello spigolo NO, che si innalza ripido verso la vetta. Occorre scorgere un bollo con omino che indica di traversare a destra x tracce evidenti, fino a raggiungere la base del canale-rampa da risalire. La via migliore, tra il marciume e i massi, sarebbe in teoria segnalata con bolli sbiaditi e difficilmente visibili; per questo occorre particolare attenzione. Comunque in breve si risalga detto canale (II grado continuo, globalmente) tenendosi dapprima piuttosto a destra, dappoi, quando esso si restringe ormai presso l'uscita (evidente), spostandosi tutto a sinistra, vincendo un ultimo passaggino più ripido ed esposto su rocce solide (occhio che qualcosa si muove comunque!) ma discretamente appigliate (II°+, esposto; lungo la risalita si incontrano 4 soste chiodo+cordino ad oggi (2008) in ottimo stato e affidabili, decisamente consigliabili x le doppie in discesa). Si è alla cengia sommitale che cinge il macigno della vetta; seguendola verso destra ci si porta sul filo della cresta finale, assai esposta, che in breve ci consegna alla vetta, estremamente aerea e "scomoda" (2924-croce rovinata). La piccola crocetta di vetta, assai vetusta, ricorda i due fratelli Maffina, caduti sulla Nord del pizzo Coca, ed una targa è posta a memoria di Erminio Titta e Luciano Moraschini, periti scendendo dal Dente nel Maggio 1990. La discesa si effettua per la medesima via, utilizzando le soste per le calate da circa 25metri ciascuna. L'ultimo tratto sopra l'attacco va fatto disarrampicando su roccia che richiede attenzione.
Difficoltà: PD (Alpinistica); necessari casco, imbrago e corda da almeno 50 metri.   
Escursioni
2:00 ORE
800mt
Escursionista
LAGO DI COCA E PASSO COCA
Dal Rifugio Coca, risalire la diagonale segnata verso il laghetto di Coca; dal lago si dipartono i tre sentieri: uno (sinistra) per il rif. Brunone attraverso il passo del Simal (sentiero delle Orobie), uno verso il p.so di Coca e uno (destra) verso la bocchetta del Camoscio ed il pizzo Coca. Si seguono i segnavia, atratti sbiaditi, che portano a costeggiare il laghetto sulla destra e poi guidano ad attraversare l'ampio pianoro della Conca dei Giganti, disseminato di grossi massi erratici. Il sentiero, poco visibile e distinguibile, porta nei pressi di un masso con lapide cementata, poi punta deciso all'inizio del ghiaione discendente dal passo del Coca. Giunti al piede del canale, il sentiero e i segnavia si perdono per un tratto causa frane continue; seguendo un nevaio sempre presente si risale per sfasciumi o neve fino a incocciare di nuovo nei segnavia CAI, d' ora in poi ben evidenti. Risalito tutto il ghiaione faticoso si giunge in alto,a meno di cento metri sotto il passo. Qua il ghiaione cessa e si restringe a guisa di canalino; risalendo le rocce rotte a destra (segnavia) si tocca il Passo (2694).
Difficoltà: E